martedì 1 ottobre 2013


Nel sottosuolo,
con umide vesti
logore di fatiche smodate,
scesi più in fondo del fondo
alla ricerca del cuore ormai infranto.
Come in un gioco di specchi frapposti
rimirai le tue facce confuse, taglienti,
diverse, alternanti,
come maschere appese, mancanti.
Il tuo corpo, presente,
si arrende
alla paura vigliacca,
l’offende!
Mentre io torno piano dal fondo
e mi perdo di nuovo nel vento,
lascio a te la mancanza, l’assenza,
l’effimero vuoto
e il suo atroce sgomento.







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